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Santa Monica

Santa Monica

di Marzia Amato

Monica, madre di S. Agostino: di lei molte informazioni ci vengono fornite dal figlio nel libro autobiografico “Le Confessioni”, capolavoro tra i più letti di tutti i tempi.

Qui apprendiamo che sant’Agostino “bevve il nome di Gesù con il latte materno” e fu educato dalla madre nella religione cristiana, i cui valori gli rimarranno impressi anche negli anni di crisi spirituale e morale. 

Monica nacque a Tagaste, in Africa, (moderna Algeria) nel 331 d.C. Prese come marito Patrizio, un pagano da cui ebbe tre figli, il più grande dei quali fu Agostino, che in gioventù visse incline alle voluttà del mondo. 

Monica non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione, ed ebbe la consolazione di vederlo ritornare alla fede e non solo ricevere il battesimo da Sant’Ambrogio ma anche diventare Vescovo d’Ippona.

Sant’Agostino ripeteva che sua madre lo aveva “generato due volte”.

Monica morì il 27 agosto 387 ad Ostia e le sue spoglie furono traslate nel 1430 a Roma, nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio.

Scrive di lei Agostino: “Tra due anime di ogni condizione, che fossero in urto e discordia, ella, se appena poteva, cercava di mettere pace. Delle molte invettive che udiva dall’una contro l’altra (…) non riferiva all’interessata se non quanto poteva servire a riconciliarle”.

Ambrogio, racconta ancora Agostino, stimava e apprezzava Monica “a cagione della sua vita religiosissima, per cui fra le opere buone con tanto fervore spirituale frequentava la chiesa” e spesso, incontrandolo, “non si tratteneva dal tesserne l’elogio e dal felicitarsi con lui per una tal madre”. 

Monica si era infatti inserita pienamente nella diocesi di Ambrogio ed era in prima fila tra quei fedeli che con veglie di preghiera vigilavano sui luoghi di culto perché non venissero occupati dai pagani. 

 “Anni di vita nella fede avevano dato a Monica delle intuizioni che la portavano alle stesse conclusioni dei ragionamenti di Agostino filosofo” (da L'amicizia in S. Agostino di Marie Aquines Mc Namara) 

Papa Francesco, parlando di S. Monica, si è espresso con queste parole: “Da lei Sant’Agostino riceve il seme dell’inquietudine intesa come mancanza, un bisogno che solo Dio può colmare di amore. Cercare sempre il bene per l’altro, per la persona amata, pregando con quell’intensità che porta anche alle lacrime.” 

“Finché dura questa vita terrena saremo sempre afflitti nel cuore da una certa inquietudine: il desiderio di una maggiore intimità con il Signore, l’anelito per un amore sempre più grande per i fratelli, il desiderio di pregare meglio, di compiere meglio il nostro dovere… Queste sono cose buone, che dobbiamo chiedere umilmente al Signore nella preghiera. 

È il cammino di conversione che dura tutta la vita.”

Infine il culmine della maturità cristiana di Monica è nella pagina dell’“estasi di Ostia”, il racconto di Agostino dell’alto colloquio avuto con la madre sulla vita eterna e la contemplazione della Sapienza

Monica, con al fianco il figlio pienamente convertito alla fede cattolica, sente di avere raggiunto il vertice della sua esistenza; è grata a Dio, perché le ha concesso più di quanto aveva chiesto. Agostino ha infatti deciso di dedicare la sua vita interamente a Dio e alla Chiesa e, dunque, ha esaurito le sue speranze sulla terra. Si sente, perciò, pronta ad entrare nel gaudio del Signore. 

E ci offre l’ultimo insegnamento: una vita pienamente vissuta nella fede prepara ad affrontare serenamente l’incontro con Dio. 

Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. (Salmo 62)

Buona Festa di Santa Monica!

 

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