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Apertura della PORTA SANTA: inizio del GIUBILEO 2025

Apertura della PORTA SANTA: inizio del GIUBILEO 2025

LE ORIGINI STORICHE DI QUESTO EVENTO DI GRAZIA

di Fr. Alberto Guerrera icms

“Il Giubileo 2025 si aprirà ufficialmente il 24 dicembre 2024 alle ore 19.00, con il rito di Apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro da parte del Santo Padre, che a seguire presiederà la celebrazione della Santa Messa nella notte del Natale del Signore all’interno della Basilica.” Così troviamo scritto nel sito creato apposta per l’anno giubilare, il numero ventotto della storia della Chiesa. Ma cosa è un Giubileo, in che cosa consiste e quali sono le sue origini?

Prima di tutto bisogna fare un salto nel tempo, tornando indietro all’Antico Testamento: il giubileo, infatti, nasce in ambito ebraico, tradizionalmente collocato nel periodo storico immediatamente successivo alla liberazione degli israeliti dall’Egitto. Il termine, giubileo, deriva dall’ebraico yobel che significa “ariete”. Il corno dell’ariete veniva anche usato come strumento musicale ed il suono del corno inaugurava l’anno giubilare. Anno che, oltre al riposo della terra, prevedeva che le proprietà tornassero al possessore originario; ogni porzione di terra, infatti, doveva restare alla stessa famiglia nel corso delle generazioni (come stabilito dalla distribuzione della terra ai tempi di Giosuè). In quell’anno anche gli schiavi ebrei dovevano tornare liberi (Lv 39-43), facendo in modo di mitigare le differenze sociali venutesi a creare nel corso del tempo.

Leggiamo dal libro del Levitico (25,10-12a): “dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo”.

Come tutto l’Antico Testamento, anche lo stesso giubileo citato nel libro del Levitico, è anche prefigurazione dell’avvento di Nostro Signore Gesù Cristo. È lo stesso Signore ad annunciarlo nella sinagoga di Nazareth, affermando di essere stato mandato dal Padre “a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore”. (Lc 4,18-19)

Dall’avvento di Gesù del termine giubileo, inteso come anno particolare, si persero le tracce per più di un millennio. Fu un pontefice discusso ed in una situazione ecclesiale non facile (famoso il contenzioso con il re di Francia Filippo il Bello ed il famoso “schiaffo” di Anagni) a riportarlo in auge. Quel pontefice si chiamava Bonifacio VIII e l’anno era il 1300. Già nel dicembre del 1299 vi era una voce che circolava in quel di Roma: coloro che visiteranno san Pietro durante l’anno che stava per iniziare avrebbero ricevuto “una pienissima remissione dei peccati”. Il primo, storico, giubileo di Santa Romana Chiesa, fu un successo: il flusso di pellegrini fu enorme (tra di essi molti personaggi illustri, tra i quali anche Dante Alighieri).

Il Giubileo divenne un evento, da indire ogni 100 anni. Ben presto, però, furono fatte pressioni affinché questa cifra venisse quantomeno dimezzata. Fu così che già nel 1350, con la sede papale momentaneamente trasferitasi ad Avignone, Clemente VI (1342-1352) indisse un nuovo Giubileo, decretando che tra una edizione e l’altra passassero non più cento anni, ma solo cinquanta. Anche questa cifra era destinata ad avere vita breve. Urbano VI (1378-1389) indisse il Giubileo nel 1390, decidendo di spostare la cadenza a 33 anni, in onore degli anni di Cristo secondo la Tradizione. Anche questa cifra non fu rispettata, e già nel 1400 ci fu un altro Anno Santo. Martino V, nel 1425, indisse un Giubileo per celebrare la fine del doloroso scisma d’Occidente (che aveva diviso la Chiesa in due per quasi quarant’anni) e Paolo II, con una bolla del 1470, stabilì definitivamente che il Giubileo si svolgesse ogni 25 anni. Vi furono, però, delle eccezioni, entrambe avvenute nel XIX secolo.

Nel 1800, infatti, sotto papa Pio VII, il Giubileo fu impedito dalla difficile situazione venutasi a creare a causa delle ingerenze dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte. Anche nel 1850 la situazione ecclesiale del tempo impedì la consueta realizzazione dell’anno giubilare: il papa, il beato Pio IX era stato costretto a fuggire da Roma ed a rifugiarsi a Gaeta in seguito agli avvenimenti accorsi in Italia in quegli anni (i moti rivoluzionari del 1848). La situazione venutasi a creare in seguito alla presa di Roma, divenuta quindi capitale del regno d’Italia, portò ad un giubileo, quello del 1875, celebrato in tono minore, con il papa considerato “prigioniero in Vaticano”. Il giubileo, quindi, si aprì alle diocesi, dato che la situazione venutasi a creare fu di ostacolo all’apertura della Porta Santa nella città eterna.

Nel 1900, sotto Leone XIII, il giubileo venne per la prima volta “tematizzato” (slegandolo, di fatto, all’elemento cronologico). Tema dell’Anno Santo fu il Santissimo Sacramento con la sua contemporanea esposizione nelle chiese cattoliche di tutte le nazioni. Se nel 1900 vi era ancora forte contrapposizione tra Chiesa Cattolica e Stato (tanto che in quell’anno fu “indetto” persino un “anti-giubileo laico” con tanto di tappe laiche), nel 1925 il dialogo era visto come possibile (non mancava molto alla stipulazione dei patti lateranensi, avvenuti nel 1929). Pio XI fu anche il papa dei due giubilei: nel 1933, infatti, decise di indirne un altro, questa volta in onore dei millenovecento anni dalla Redenzione di Nostro Signore. Per la “straordinarietà” dell’evento il Giubileo fu chiamato “straordinario” e la data del suo inizio e della sua fine coincisero, rispettivamente, con la Domenica delle Palme e con il Lunedì di Pasqua dell’anno successivo.

Nel 1950 il Giubileo fu il primo grande evento della Chiesa dopo la Seconda guerra mondiale. Quell’anno vide la canonizzazione della piccola Maria Goretti e, soprattutto, la proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria Santissima. Inoltre fu annunciata la prova del ritrovamento della tomba del Principe degli Apostoli.

Il 1975 è l’anno del primo Giubileo post-Concilio Vaticano II: esso fu un vero e proprio “Giubileo ecumenico” con il pontefice, san Paolo VI, che incontrò il metropolita Melitone, in rappresentanza del Patriarca Dimitrios I, successore di Atenagora.

Dopo una nuova edizione “straordinaria”, indetta da s. Giovanni Paolo II per i millenovecento cinquanta anni dalla Redenzione (1983), vi fu quello “millenario” del 2000. Indetto sempre dal santo Pontefice polacco, fu ribattezzato presto “Grande Giubileo”, chiamato a portare la Chiesa nel nuovo millennio.

Nel 2015-2016 si è tenuto l’ultimo Giubileo, nuovamente nella sua versione “straordinaria”, incentrato sul tema della “misericordia” tanto caro a papa Francesco (il quale lo ha inserito nel suo motto: “miserando atque eligendo”).

Questa è la storia, in sintesi, del Giubileo: un anno che il Santo Padre augura possa essere per tutti “un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9)”, un Anno Santo “caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio” (Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell'Anno 2025).

 

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