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Alla ricerca della BELLEZZA

Alla ricerca della BELLEZZA

di Eugenia Bardanzellu

Cos’è la bellezza? L’essere umano è inevitabilmente attratto da ciò che è bello, tanto che in ogni epoca ha cercato di rappresentare o di spiegarsi la bellezza. Interpretata come fatto estetico o interiore, come relativa all’uomo o al creato, dipendente dalla cultura di appartenenza o soggettiva, le opinioni a riguardo sono così tante che c’è il rischio di perdersi. Dostoeskij nel celebre romanzo l’Idiota afferma che la bellezza salverà il mondo, ma poi si chiede «quale bellezza?», perché ci sono diverse scale e diversi tipi di “bello”. E allora potremmo anche noi chiederci quale bellezza sia quella vera, quale è capace di salvezza, chi ce la può mostrare?


Nella Bibbia, la bellezza non è mai disgiunta dalla bontà: il termine ebraico tov, così come quello greco kalòs, indicano proprio questa sostanziale unione fra i due concetti – che nella nostra cultura invece vengono concepiti separatamente. Ciò significa che bello è ciò che è buono, ossia ciò che rimanda a Dio. La bellezza, infatti è un suo dono, l’impronta della sua essenza, come si legge nel libro della Sapienza: «dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5), il quale è «principio e autore della bellezza» (Sap 13,3). Una bellezza che però non è soltanto un fatto estetico.


S. Agostino, nelle Confessioni, distingue le «belle forme» delle creature, dalla «bellezza così antica e così nuova», che è Dio. Aveva compreso come l’armonia estetica dia solo un’intuizione della vera bellezza, la quale trascende la fisicità. La ricerca della bellezza quindi è sempre un’inconscia ricerca di Dio, in cui risiede ogni meraviglia. Di ciò abbiamo un ulteriore esempio nell’amata del Cantico dei Cantici, – rappresentazione della Chiesa – a cui viene detto «Tutta bella sei tu, amata mia, e in te non vi è macchia» (Ct 4,7). L’essere tutta bella è collegato all’essere senza macchia, ossia al riflettere senza difetto la bellezza divina. Essa, come la luce dal sole, si riflette su tutto il creato, ma chi accoglie in sé la vita di Dio è più partecipe di tale grazia. E nessun essere umano è stato mai tanto aperto all’azione di Dio quanto Maria, la cui anima senza peccato è specchio perfetto della bellezza divina. Solo lei, fra gli uomini, può quindi insegnarci cos’è la vera bellezza.

Durante l’annunciazione, l’arcangelo Gabriele saluta Maria chiamandola «piena di grazia», ossia «kecharitoméne» (Lc 1,28), un termine greco che definisce la Vergine come destinataria di un dono (la grazia) avvenuto in passato e ancora vivo nel presente (tale è il significato del perfetto greco). Maria è senza peccato, e in quanto tale «piena» della grazia di Dio, del suo splendore. La bellezza dell’Immacolata risiede quindi nell’aver accolto un dono, nel non aver posto nessun ostacolo all’amore di Dio.

Con Maria scopriamo quindi un modo di concepire la bellezza del tutto nuovo. I Vangeli non ci parlano dell’aspetto fisico dell’Immacolata, né dei suoi pensieri o delle sue idee, ci parlano solo del suo cuore, là dove si vive la relazione con Dio. Se un corpo o una mente possono essere belli, la bellezza più alta, quella per cui nel Cantico dei Cantici si dice «tutta bella», risiede nel cuore, perché è nella libertà della nostra anima che possiamo dire o meno il nostro «fiat» a Dio, e scegliere la bellezza-buona che egli liberamente ci offre. Essa è dunque dono e libera scelta. Perciò Maria è la piena di grazia in cui si uniscono la bellezza di Dio e dell’umanità: la grandezza del Suo amore e del cuore umano che si lascia amare. Bello è il suo «fiat», con il quale sancisce una relazione perfettamente filiale con il Padre, alla cui volontà si affida.

Da questa sua scelta, scaturisce il canto del Magnificat (Lc 1,46-55), un testo bellissimo con cui Maria celebra la misericordia di quel Dio bello-buono che dona gratuitamente nell’attesa di un nostro sì. Con il Magnificat, la Madonna rende grazie e loda la bellezza di Dio e la grandezza del suo amore, che si rispecchia in lei, esempio perfetto di santità. Anche nel resto della sua vita, vediamo come Maria viva in maniera costante la sua relazione filiale e di completa fiducia con il Signore, quando conserva nel proprio cuore le parole di Gesù (Lc 2,52), quando alle nozze di Cana afferma «fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).
Maria ci insegna che la via della santità è una via per la bellezza e per l’amore. Ci insegna che ogni uomo è chiamato alla bellezza, quella che salverà il mondo, quella di Dio. E Maria ci attrae perché lei è la tutta bella, la tutta buona, la guida amorevole che ci insegna quanta bellezza ci sia nel vivere in Dio, nel rispondere sì al suo immenso amore.

 

 

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