Pillole di SpiritualiTà
Il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. (San Giovanni Paolo II)
di Sr. Francesca Fera
La partenza
“P. Fra’, ma ce la farà ‘sto pulmino a arriva’ fino in Trentino?”: era questa la domanda più frequente sulla bocca dei nostri 11 ragazzi rivolta all’autista, P. Francesco, mentre affrontavamo con entusiasmo – ma con un po’ di sfiducia nel nostro vecchio ma ormai collaudato Ducato da 15 posti – il lungo viaggio che, per ben 680 Km, da Roma ci ha portato in Trentino. Ebbene sì, ce l’ha fatta! Nonostante tutto il carico - non solo di valigie ben “incastrate” nel portabagagli posteriore - ma anche di sacchi a pelo, cassa per la musica, zaini, scarponi da montagna, pop – corn, bibite, patatine e merendine e tutto quello che poteva essere utile per un viaggio lungo ma pieno di gioia, che neanche il traffico del GRA delle 17 del pomeriggio di venerdì 4 marzo è riuscito a spegnere. Diciamo che per chiudere lo sportello laterale del pulmino, il nostro carissimo postulante Edmilson o le suore, Sr Salvatorina e Sr Francesca, dovevano prima aspettare che salissero tutti i “passeggeri” per poi caricare tutto quello che si poteva infilare sotto i sedili o anche di lato…
La sosta veneta e l’arrivo a Soraga
Insomma, contro ogni previsione, il nostro pulmino ha attraversato quasi tutta l’Italia sino a fare la prima sosta notturna a Cologna Veneta (VR) dove i nostri carissimi Pierina e Giuseppe Marzotto (genitori di Sr Elisabetta e di P. Daniele Marzotto) ci hanno aperto le porte della futura comunità e sede del Movimento della FCIM, adiacente la loro abitazione. Dopo aver fatto un’abbondante colazione e aver ringraziato la calorosa ospitalità della famiglia Marzotto, l’indomani, l’allegra carovana ha ripreso il viaggio verso le montagne del Trentino. Così, man a mano che percorrevamo l’autostrada, mentre ci lasciavamo alle spalle le distese della Pianura Padana, nella fredda ma soleggiata giornata di sabato 5 marzo, abbiamo incominciato a intravedere le vette delle Dolomiti, fino ad arrivare al nostro bellissimo “Soggiorno don Orione” a Soraga, in Val di Fassa…a 1220 metri di altezza!
La nostra prima escursione sulla neve si è svolta in un parco vicino Soraga e, anche se le giostre erano più per bambini che per ragazzi, è stato bello – almeno per un giorno – dimenticare quanti anni avevamo e ritornare tutti bambini avventurandoci nelle giostre e nelle altalene! “Se non ritornerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli” (cf Mt 18, 3)
Il Signore delle cime
Diciamo che fa un certo effetto, soprattutto per chi abita in una metropoli come Roma, dove i rumori non mancano mai, ritrovarsi in un paesaggio direi quasi “incantato”, che porta spontaneamente a fare silenzio quando ci si ferma a contemplare il panorama e le alte vette delle Dolomiti imbiancate dalla neve! Mentre lo sguardo sale per cercare di capire quale sia la cima più alta, si solleva anche il cuore o meglio si sente dentro di noi la mano di Dio che prende il cuore e lo solleva verso l’Alto. La montagna è soprattutto un’esperienza interiore che ci fa capire che siamo nati non per strisciare, ma per volare; siamo fatti per le altezze, non per la mediocrità. Siamo fatti per il Cielo. In fondo il desiderio che l’uomo ha sempre avuto di scalare le vette più alte rivela un anelito più profondo, che è quello di avvicinarsi a Dio il più possibile.
E il Signore, che ha creato sia le cime che il cuore dell’uomo, viene incontro alle sue creature. Mentre noi dobbiamo salire per arrivare a Lui, Egli si “abbassa” fino a noi, donandoci Sé Stesso nella SS.ma Eucaristia. Così, il pomeriggio di sabato, quando il sole incominciava a calare e a nascondersi dietro le montagne, siamo tornati in albergo e abbiamo dedicato il resto della giornata ad adorare un altro Sole, quello Divino: Gesù Eucaristia! Chi ha fatto qualche scalata sa benissimo la fatica che si fa a salire fino in cima! Ma anche la preghiera ha la sua fatica, soprattutto quando si deve stare il silenzio davanti al SS.mo Sacramento. Che fatica il silenzio! Ci “costringe” ad ascoltare il Signore che parla al nostro cuore senza rumore di parole e il fatto che noi non percepiamo la Sua voce, non significa che Dio non ci parli. Anzi, la Sua Parola dentro di noi opera e ci trasforma; la Sua è sempre una Parola creatrice, perché pronunciata da un Padre che ci ama e desidera solo la nostra felicità. Infatti, proprio nel Vangelo della prima domenica di Quaresima abbiamo letto che Gesù, che si trovava nel deserto da quaranta giorni e aveva fame, rivolgendosi a Satana che lo tentava di trasformare le pietre in pane, rispose: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4). Questa “sosta Eucaristica” ci ha aiutato a comprendere che anche la bellezza della natura da cui eravamo circondati ha la sua origine da Colui che l’ha creata e che è la Bellezza per eccellenza. Abbiamo compreso meglio che niente di quello che Dio ha creato, soprattutto la nostra anima, non si può mai separare da Lui. Sarebbe come tagliare le radici di un albero: prima o poi secca e non dà più frutto.
La bellezza della natura si riflette nell’amicizia
Quando si sta bene con Gesù, si sta bene anche con gli altri, perché nell’altro vedo un fratello, un amico per il quale Gesù ha dato la sua vita, così come l’ha offerta per me. Scoprendo la bellezza della natura, ci si rende conto che chi ci sta accanto fa parte di questa bellezza e la sua presenza è segno dell’amore di Dio per me. Così, dopo cena, è stato bello anche ritrovarsi insieme in cerchio a giocare nella semplicità e nell’allegria, lasciando per qualche ora la tentazione di essere continuamente catalizzati dagli smartphone che ipnotizzano l’attenzione e impediscono le relazioni umane! Com’è bello, invece, guardarsi negli occhi e sorridere, riscoprendo il senso del sano divertimento di chi non cerca chissà che cosa per potersi ricreare!
È vero, il fine settimana è trascorso velocemente e si sa che più di un giorno di assenza da scuola non si può fare… Ma dobbiamo ammettere che siamo stati veramente bene e anche sulla neve ce la siamo cavata, anche dei fantastici slittini che in pochi secondi facevano scivolare giù a valle i ragazzi! Sia al Passo S. Pellegrino sia sulle altre montagne della Val di Fassa, non sono mancate delle fantastiche acrobazie sulla candida neve che brillava come il cristallo con i riflessi dei raggi del sole!
Così, lunedì 6 marzo, dopo pranzo, il nostro fantastico pulmino ha dovuto coraggiosamente rimettersi in moto e stavolta è stato ancora più difficile chiudere la porta laterale perché, oltre alle valigie, ai sacchi a pelo e a tutto il resto, non potevano mancare i carichi di miele, yogurt, salumi e mele del Trentino da portare a casa per poter far assaggiare a chi non è potuto venire il sapore di una bellissima esperienza!
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